Ermete Trismegisto e L'Occidente PDF
Il movimento rinascimentale, auspicando il ritorno ad un’età dell’oro della magia, si era basato su un errore cronologico radicale. Le opere da cui prendevano ispirazione, erano considerate molto antiche, quando in realta erano state scritte tra il II e III secolo d.C. II mago rinascimentale si richiamava, erroneamente, ad una fonte di sapienza egiziana, non molto posteriore a quella dei patriarch...

Leonardo Paolo Lovari - Ermete Trismegisto e L'Occidente

Ermete Trismegisto e L'Occidente

Leonardo Paolo Lovari

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Italian
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Il movimento rinascimentale, auspicando il ritorno ad un’età dell’oro della magia, si era basato su un errore cronologico radicale. Le opere da cui prendevano ispirazione, erano considerate molto antiche, quando in realta erano state scritte tra il II e III secolo d.C. II mago rinascimentale si richiamava, erroneamente, ad una fonte di sapienza egiziana, non molto posteriore a quella dei patriarchi e profeti ebraici e di gran lunga anteriore rispetto a Platone e agli altri filosofi greci. In realtà tale sacra sorgente risaliva semplicemente all'ambiente pagano del Cristianesimo primitivo, ad una religione immersa in influenze magiche e orientali, che era stata rifugio di pagani stanchi, che ricercavano risposte ai problemi della vita, tramite dottrine diverse da quelle offerte dai primi cristiani, loro contemporanei. Con Ermete Trismegisto si sviluppò una notevole letteratura in greco, nella quale si parlava di astrologia, alchimia, magia col fine di produrre talismani teurgici. Nello stesso momento sorse una letteratura filosofica attribuita al Trismegisto. Le opera più significative sono rappresentate dall’Asclepio e dal Corpus Hermeticum, datati dal I° Secolo d.C. al III° secolo d.C., non furono composti da un erudito sacerdote egizio, ma da autori presumibilmente greci, ad oggi ignoti, spaziano da stoicismo a platonismo con influenze ebraiche e persiane. La dottrina e la tradizione che, rifacendosi ai principi di Zenone di Cizio (sec. III-II a.C.), considerava il cosmo come un ordine razionale e provvidenziale, identificando la vera felicità nella virtù, e la sapienza nella serena accettazione degli eventi e spec. del dolore e della morte, la quale poteva essere volontariamente ricercata quale mezzo per l'affermazione della dignità e della libertà spirituale individuale.

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